Pubblicato il rapporto annuale del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa

E’ un quadro a tinte fosche quello dipinto dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks nel rapporto annuale relativo alla situazione dei diritti umani nel 2017, presentato all’Assemblea parlamentare e al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il 19 gennaio (CommDH(2018)1 – Annual Report 2017_EN). Alle vecchie crisi ancora non risolte se ne aggiungono di nuove che portano a un continuo deterioramento dei diritti umani. Se il 2016 è stato caratterizzato dal discutibile accordo tra Unione Europea e Turchia, il 2017 vede sempre in primo piano l’Unione europea e, in particolare, il cambiamento di approccio con la Libia che ha portato conseguenze orribili per i diritti umani dei migranti. In questa crisi un ruolo centrale lo ha l’Italia alla quale il Commissario ha indirizzato una lettera l’11 ottobre 2017 chiedendo chiarimenti sulla politica italiana nei confronti dei migranti provenienti dalla Libia. Nel mirino anche la Polonia per il costante declino della rule of law nel Paese, con riforme contrarie allo stato di diritto. Resta in primo piano, poi, il deterioramento dei diritti umani in Turchia, con particolare riguardo alla constante e progressiva limitazione della libertà di stampa imposta da Erdogan.

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