Il servizio giuridico della biblioteca del Congresso degli Stati Uniti – Global Legal Research Center – ha pubblicato uno studio sulle criptovalute per accertare le reazioni degli Stati di fronte a questo fenomeno sempre più diffuso. In particolare, nello studio “Regulation of Cryptocurrency in Selected Jurisdiction” (regulation-of-cryptocurrency), con i bitcoin in primo piano, sono analizzati diversi aspetti, dal trattamento fiscale all’applicazione della normativa antiriciclaggio passando per le questioni legate alla lotta al terrorismo e alla necessità di fronteggiare l’utilizzo di questi strumenti di pagamento da parte di organizzazioni criminali. Sotto i riflettori alcuni Stati: si tratta di Argentina, Australia, Bielorussia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Gibilterra, Iran, Israele, Giappone, Jersey, Messico e Svizzera. Differenziate le reazioni: alcuni Paesi hanno già proceduto a regolamentare le criptovalute al fine di trarre il massimo vantaggio dalla diffusione di questi strumenti di pagamento. Così, in particolare, è avvenuto in Bielorussia, Gibilterra, Jersey e Messico. Altri Paesi non hanno predisposto norme ad hoc ma permettono l’utilizzo delle criptovalute mentre Cina e Iran hanno eretto barriere al loro impiego.
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