Trasporto illegale di migranti: la Cassazione afferma la giurisdizone italiana – Smuggling of migrants: italian jurisdiction according to the Court of Cassation

Il giudice italiano è competente a esercitare la giurisdizione nei confronti di coloro che procedono al trasporto e al procurato ingresso illegale nel territorio dello Stato di cittadini extra Ue, se i migranti provengono dall’estero a bordo di navi madre abbandonate in acque internazionali “su natanti inadeguati a raggiungere le coste italiane allo scopo di provocare l’intervento dei soccorritori”, proprio con l’obiettivo di sbarcare in Italia. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, prima sezione penale, con la sentenza n. 29832 depositata il 3 luglio (29832). A rivolgersi alla Suprema Corte due cittadini egiziani, condannati per procurato ingresso illecito sul territorio italiano di numerosi migranti irregolari, in violazione dell’articolo 12 del decreto legislativo n. 286/1998. In particolare, i due – comandante dell’imbarcazione e suo assistente – avevano trasportato dall’Egitto in Italia 277 cittadini extra Ue, con l’aggravante di aver esposto a pericolo la vita dei migranti nonché a trattamenti disumani. L’imbarcazione era stata soccorsa in acque internazionali da un’unità navale svedese e poi condotta nel porto di Catania. La Cassazione condivide l’affermazione dei giudici di merito circa la sussistenza della giurisdizione italiana, escludendo l’esimente dell’adempimento del dovere e, questo, in ragione dell’antecedente condotta illecita dovuta al trasporto in acque extraterritoriale di migranti irregolari, “facendo sì che le condotte ulteriori, incluso lo sbarco finale in Italia, siano riconducibili agli esiti del salvataggio medesimo”. La responsabilità dello scafista – scrive la Corte – non può essere disgiunta dal segmento di condotta che culmina con l’approdo in Italia, con la conseguente applicazione dell’articolo 6 del codice penale e l’affermazione della competenza italiana. E’ vero che il trasporto si è svolto in acque extraterritoriali, ma l’evento del reato, l’ingresso e lo sbarco dei cittadini extra Ue è avvenuto in Italia. Un esito provocato proprio dalla condotta dei due imputati che giustifica la giurisdizione italiana.

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