Siria: l’Assemblea generale approva una risoluzione di condanna

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107 sì, 12 no, 59 astensioni. Questi i numeri che hanno permesso, con grave ritardo, all’Assemblea generale dell’Onu di intervenire nella vicenda siriana con l’adozione della risoluzione A/67/L.63 (N1332767). L’Onu condanna l’utilizzo di armi pesanti da parte del Governo siriano e le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, chiedendo la collaborazione di Assad con la Commissione di inchiesta dell’Onu che presenterà il suo rapporto conclusivo, anche sulle armi chimiche, il 3 giugno (http://www.ohchr.org/Documents/HRBodies/HRCouncil/CoISyria/PeriodicUpdate11March2013_en.pdf). Il rappresentante siriano ha contestato la risoluzione denunciando le infiltrazioni di Al-qaeda tra gli insorti (hanno votato contro, tra gli altri, Cuba, Iran, Repubblica di Corea, Russia. Si sono astenuti anche Brasile, India e Cina in ragione del principio di non ingerenza negli affari interni degli Stati). L’Assemblea generale ha chiesto la liberazione delle persone detenute inclusi coloro che lottano per la libertà di espressione e ha incoraggiato il Consiglio di sicurezza ad adottare le misure appropriate per risolvere la crisi. Ancora troppo poco. E’ evidente che la soluzione della crisi siriana non passerà dall’Onu con inevitabili conseguenze per la credibilità dell’Organizzazione.

Intanto, dall’inizio dell’anno, oltre un milione e mezzo di cittadini siriani hanno abbandonato il Paese e cercato rifugio – come ha sottolineato l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati – negli Stati limitrofi. Una situazione che mette a rischio non solo i diritti umani ma anche la sicurezza della zona (4ec630e09). 

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