Strasburgo chiude in via definitiva la vicenda Punta Perotti. Respinta la richiesta di riesame del Governo

La Grande Camera, con decisione del 24 settembre, ha respinto il ricorso presentato dal Governo italiano nel caso Punta Perotti. Il 3 agosto il Governo aveva chiamato in causa il massimo organo giurisdizionale della Corte europea dei diritti dell’uomo. Secondo il Governo, la sentenza del 10 maggio 2012 (SUD FONDI S.R.L. e altri contro Italia, ricorso n. 75909/01) con la quale è stata decisa l’entità del risarcimento per i danni materiali che l’Italia deve corrispondere alle tre imprese costruttrici dell’ecomostro “Punta Perotti”, non rispettava alcune condizioni, come il previo esaurimento dei ricorsi interni. Non solo. Per il Governo, la quantificazione dell’indennizzo non era in linea con la sentenza di merito del  20 gennaio 2009 che aveva constatato la violazione della Convenzione europea, incluso il diritto di proprietà, conteneva errori di valutazione nel calcolo del risarcimento per i danni materiali e contrasti con la precedente giurisprudenza. Una posizione non condivisa dalla Grande Camera: il collegio di cinque giudici  al quale spetta verificare se la controversia solleva un problema importante sull’interpretazione o l’applicazione della Convenzione o un problema importante di rilevanza generale, ha escluso la fondatezza del ricorso. Adesso al Governo non resta che pagare la somma decisa da Strasburgo ed eseguire la sentenza della Corte europea.

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