Boom di casi a Eurojust

Eurojust marcia veloce. L’organismo europeo impegnato nella cooperazione penale, superato il giro di boa del decimo anno, mostra un’attività in costante crescita e si conferma indispensabile nella cooperazione tra le autorità giudiziarie degli Stati membri. Nel segno di una lotta più efficiente alla criminalità in Europa. Eurojust-building

L’11esimo rapporto annuale relativo all’attività nel 2012 (Doc. n. 8179, eurojust) indica un boom di casi passati sotto l’esame di Eurojust. Nel 2012 sono approdati all’Aja sede di Eurojust ben 1.533 casi a fronte dei 1.441 del 2011, con un più 6,4% (nel 2002, primo anno di attività i casi erano stati 202). Un dato che mostra il successo di Eurojust, come sottolineato nel rapporto annuale, anche grazie all’operatività delle squadre investigative comuni. Questo si trasforma in una lotta più efficace ai crimini transfrontalieri più gravi, in particolare traffico di droga, criminalità organizzata, riciclaggio di denaro, traffico di esseri umani, cybercrime (inclusa la pedopornografia), terrorismo, corruzione e immigrazione illegale. Il 20% dei casi ha coinvolti tre Paesi segno del ruolo indispensabile di un organismo di cooperazione. Tanto più – si sottolinea nel rapporto – che continuano a presentarsi ostacoli dovuti alle differenze tra ordinamenti. E questo anche sotto il profilo dell’ammissibilità delle prove in particolare nei casi di intercettazioni telefoniche.

Sul fronte dei reati oggetto degli interventi di Eurojust al primo posto la lotta alla frode con 382 casi (contro i 209 nel 2011), seguita dal traffico di droga (263; 242 nel 2011), dalla partecipazione a un’organizzazione criminale organizzata (231; 197 nel 2011), dal riciclaggio di denaro (144; nel 2011, 122), dal traffico di esseri umani (60; 79 nel 2011), dal cybercrime (42 nel 2012; 24 nel 2011), dal terrorismo (32, 27 nel 2011), dalla lotta alla corruzione (30 nel 2012, 26 nel 2011), dall’immigrazione clandestina (29 nel 2012 a fronte dei 31 nel 2011) e dai reati contro gli interessi finanziari dell’Unione europea (27 nel 2012, 21 nel 2011). Ventisette episodi hanno riguardato reati con vittime bambini. Un caso ha visto al centro l’Italia le cui autorità inquirenti indagavano su un caso di pedopornografia che ha coinvolto 11 Stati membri più la Norvegia e gli Stati Uniti che ospitava il social network dal quale partivano le immagini pornografiche.

Si rafforza poi il ruolo di Eurojust nell’attuazione del mandato di arresto europeo. Nel 2012 sono stati registrati 259 casi: l’organismo europeo è stato chiamato in aiuto per superare gli ostacoli nel funzionamento del mandato di arresto, per garantire consegne in tempi rapidi (in 94 casi non sono stati rispettati i termini di consegna) ed evitare conflitti di giurisdizione tra Stati. Nell’anno passato, sono emersi taluni problemi dovuti al condizionamento della consegna all’obbligo di celebrazione di un nuovo processo per i condannati in contumacia.

Si veda il post del 19 aprile 2011 http://www.marinacastellaneta.it/blog/la-nomina-dei-componenti-di-eurojust-spetta-al-ministero.html

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