Contrattti online: al centro delle proposte di Bruxelles l’inversione dell’onere della prova

Nel perimetro della Strategia per il mercato unico digitale e considerando i ritardi dell’Europa rispetto ad altri mercati, la Commissione europea ha presentato due proposte di direttive per assicurare una maggiore tutela dei consumatori che, grazie a regole più chiare, potranno essere invogliati a fare acquisti online con maggiore frequenza, buttandosi alle spalle timori legati alle difficoltà di far valere le proprie ragioni. A tutto vantaggio anche del mercato unico tenendo conto – come scrive Bruxelles – che solo il 12% dei venditori al dettaglio nell’Unione europea vende online ad altri consumatori nello spazio Ue, “mentre sono tre volte più numerosi (+37%) quelli che operano nel proprio paese”. Nella direzione di superare gli ostacoli al commercio elettronico transfrontaliero nell’Unione europea è stata presentata la proposta di direttiva su certi aspetti relativi ai contratti per la vendita di beni online o a distanza (com(2015)635  dsm_online_en) che mira all’armonizzazione dei diritti mettendo in primo piano l’inversione dell’onere della prova con la conseguenza che il consumatore non dovrà dimostrare, per un periodo di due anni, che un difetto esisteva al momento della consegna. Vantaggi anche per le imprese che oggi subiscono un costo quantificato dalla Commissione, in via generale e come media, in almeno 9mila euro “per adeguarsi al diritto contrattuale nazionale di ogni nuovo Stato membro” sul cui mercato l’impresa vuole espandersi. Le regole armonizzate dovrebbero così comportare un risparmio pari a 243mila euro. Va segnalato che l’Eurochambres ha espresso un parere negativo su tale proposta soprattutto per le regole sull’inversione dell’onere della prova (eurochambres). Sul fronte del diritto internazionanle privato, il considerando n. 37 chiarisce che nessuna disposizione della proposta inciderà sulle regole di conflitto esistenti nel regolamento n. 593/2008 sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (Roma I), né sulle regole in materia di giurisdizione fissate nel regolamento n. 1215/2012 concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.

Sempre nell’ambito della strategia per il mercato unico digitale è stata presentata la proposta di direttiva su certi aspetti relativi ai contratti per la fornitura di servizi digitali (COM(2015)634 dsm_digital_content_en), che ha la base giuridica nell’articolo 114 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e che predispone norme per la responsabilità per danni, così come in materia di inversione dell’onere della prova.

La Commissione, ribadendo la necessità  di allineare il sistema di tutela online a quello offline, ha anche diffuso una comunicazione COM(2015) 633 del 9 dicembre 2015  (dsm_comunication_en), nella quale l’esecutivo dà conto del forte incremento del mercato online che arriva oggi a 370 miliardi di euro e sottolinea di aver optato per una direttiva piuttosto che un regolamento proprio per consentire un maggiore possibilità di adattamento nella legislazione interna. Ai documenti è allegata una valutazione di impatto sugli strumenti presentati (dsm_ia_en).

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