Nel portale europeo della giustizia elettronica (https://e-justice.europa.eu), l’Unione Europea ha dedicato una nuova sezione all’impatto dell’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 nel settore della giustizia. La pandemia ha avuto conseguenze negative in ogni settore, incluso quello della giustizia anche per l’impossibilità di svolgere le udienze programmate per i rischi di contagio e per l’impossibilità di spostamenti in particolare nei casi transfrontalieri. Così, molti Stati hanno disposto la sospensione di alcune attività in presenza e l’attivazione di nuove procedure. Per l’applicazione degli atti Ue in materia civile e commerciale, le misure nazionali non hanno generalmente inciso sulla loro attuazione. In ogni caso, in numerosi atti Ue, i termini per le azioni possono essere derogati in caso di circostanze eccezionali e, quindi, gli Stati membri sono tenuti a un’attenta valutazione dei termini per non privare gli individui del diritto di accesso alla giustizia.
Nel portale è stato pubblicato un documento che raccoglie le misure adottate dai singoli Stati membri nel campo della giustizia civile con informazioni sui tempi, inclusa la sospensione dei termini e la prescrizione, sulle modalità di organizzazione dei sistemi giudiziari e sul funzionamento delle Autorità centrali per assicurare la cooperazione tra Stati membri (Comparative table – Covid Impact on civil judicial coop_24-04-20_EU_en). Alcuni Paesi, come Svezia, Irlanda, Germania, Grecia, Finlandia, Danimarca, Ungheria, non hanno adottato misure di sospensione dei termini. In Svezia, inoltre, poiché la gestione dei tribunali non dipende dal Governo, ogni organo ha adottato misure specifiche, in via generale disponendo la cancellazione delle udienze, sostituite da sistemi di videoconferenza. L’analisi dei testi è accompagnata dal link al testo legislativo adottato da ogni Stato.
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