Diritto d’autore e mercato unico digitale: pubblicata la Guida della Commissione Ue

La Commissione europea ha pubblicato, il 4 giugno, una Guida per assicurare la corretta applicazione della direttiva 2019/790, sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale, il cui recepimento in Italia è stato previsto nella legge di delegazione europea 2019-2020 (COM(2021) 288, Guidance). L’articolo 17 della direttiva, inserito nel capo secondo intitolato “Utilizzi specifici di contenuti protetti da parte di servizi online”, dispone che gli Stati membri prevedano un atto di comunicazione al pubblico quando il prestatore di servizi concede “l’accesso al pubblico a opere protette dal diritto d’autore o altri materiali protetti caricati dai suoi utenti”. Nel caso in cui l’autorizzazione non sia stata concessa, i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online hanno la responsabilità per gli atti non autorizzati di comunicazione al pubblico, a meno che non dimostrino, tra l’altro, di avere compiuto tutti gli sforzi per ottenere l’autorizzazione e di aver agito secondo standard elevati di diligenza professionale per assicurare “che non siano disponibili opere e altri materiali specifici per i quali abbiano ricevuto le informazioni pertinenti e necessarie dai titolari dei diritti”. Con specifico riferimento alle autorizzazioni e alla possibilità, per gli Stati, di scegliere i diversi modelli di autorizzazione, il par. 10 dell’articolo 17 ha attribuito alla Commissione il compito di individuare le migliori prassi per la cooperazione tra i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online e i titolari dei diritti. Questo anche al fine di raggiungere un giusto equilibrio tra i diritti fondamentali e il ricorso a eccezioni e limitazioni. Di qui la pubblicazione della Guida. Pur trattandosi di un documento non vincolante, il documento della Commissione servirà a supportare la corretta trasposizione dell’articolo 17. In ogni caso – osserva la Commissione – la Guida potrà essere oggetto di revisione dopo la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea nella causa C-401/19, relativa al ricorso di annullamento presentato dalla Polonia. Nella guida sono fornite, altresì, indicazioni per interpretare correttamente la parte in cui si prevede che il prestatore di servizi provi di avere compiuto tutti gli sforzi necessari per ottenere l’autorizzazione.

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