Divulgato il rapporto dell’OSCE sulle violazioni del diritto internazionale umanitario in Ucraina

L’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo (Office for Democratic Institutions and Human Rights, ODIHR) dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha pubblicato, il 13 aprile, il rapporto sulle violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Ucraina dal 24 febbraio 2022 (OSCE report). Il rapporto è stato redatto dai professori Wolfgang Benedek, Veronika Bílková e Marco Sassòli. Dopo l’aggressione russa all’Ucraina è stato attivato il meccanismo di Mosca con il compito di stabilire fatti e circostanze relative alle possibili violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, che possono poi costituire la base per individuare la commissione di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Nessuna collaborazione da Mosca che ha criticato l’attivatazione di questo meccanismo considerato obsoleto. Il documento dà conto degli attacchi che hanno colpito civili e del trattamento dei prigionieri di guerra che inizialmente sono stati classificati come criminali e non trattati secondo quanto previsto dalla III Convenzione di Ginevra del 1949. L’indagine copre solo 5 settimane del conflitto ed è stata conclusa il 5 aprile. Diversi gli ostacoli: è stato impossibile, ad esempio, avere contatti con i militari ucraini e la Missione comunica di aver tratto molte informazioni da siti web governativi, dai media e dalle organizzazioni internazionali che operano sul campo, sia intergovernative che non governative.

Nel rapporto sono descritti gli episodi che potrebbero costituire crimini contro l’umanità o crimini di guerra ma, in via generale, il rapporto sembra di poca utilità perché appare una raccolta e sintesi di documenti già noti. Nella parte conclusiva, la Missione riferisce che non è possibile presentare una valutazione dettagliata delle diverse violazioni di diritto internazionale umanitario e dei crimini di guerra, ma ritiene che vi siano elementi in base ai quali nella maggior parte dei casi gli atti potrebbero essere stati commessi da forze russe e, in ogni caso, in zone ormai sotto il controllo dei militari russi. 

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