Gravi violazioni di diritti umani e corruzione: la legge Magnitsky come modello da seguire

La Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti ha pubblicato uno studio su “Worldwide Global Magnitsky Act Legislation” per fare il punto sull’attuazione negli Stati Uniti di questa legge – voluta dall’ex Presidente Obama – e per verificare come alcuni Stati hanno adottato e applicato legislazioni simili (global). In particolare, sono analizzate le leggi di Australia, Canada, Estonia, Lettonia, Regno Unito, il quadro normativo predisposto dall’Unione europea e da Gibilterra e Jersey. La legge Magnitsky è stata adottata, in un primo tempo, attraverso l’Executive Order 13818, per affrontare gli effetti della corruzione messa in atto da funzionari russi, per poi essere estesa, nel 2017 (“The Global Magnitsky Human Rights Accountability”), a casi di corruzione e violazioni dei diritti umani ovunque commessi, senza limitare l’applicazione a “atti di corruzione significativa”. In particolare, la legge autorizza l’adozione di sanzioni nei confronti di stranieri coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani o in atti di corruzione. In base alla legge, le sanzioni sono applicabili nei confronti di persone responsabili, tra gli altri casi di violazione, di esecuzioni extragiudiziali, di torture nei confronti di persone che tentano di denunciare casi di corruzione e altre attività illegali. La legge statunitense ha ispirato anche l’Unione europea che ha adottato un atto simile nel dicembre 2020, con l’approvazione del regolamento del Consiglio (UE) 2020/1998 del 7 dicembre 2020 relativo a misure restrittive contro gravi violazioni e abusi dei diritti umani.

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