Guerra in Ucraina e protezione dei minori: le indicazioni della Conferenza dell’Aja

La Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato ha pubblicato, il 16 marzo, una nota informativa dedicata alla situazione dei bambini che, a causa del conflitto in Ucraina, sono stati costretti a lasciare le proprie famiglie (HCCH). In particolare, il documento fa il punto sulla protezione transfrontaliera e sulle adozioni internazionali che possono interessare i tanti bambini che, come conseguenza dell’invasione russa, sono stati costretti a lasciare le proprie famiglie, la scuola, le case per spostarsi in luoghi sicuri. Il documento chiarisce alcune modalità applicative della Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, adottata all’Aja il 29 maggio 1993 (ratificata dall’Italia con legge 31 dicembre 1998 n. 476, ma non dall’Ucraina) e della Convenzione sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l’esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, adottata all’Aja il 19 ottobre 1996 e ratificata dall’Italia con legge 18 giugno 2015 n. 101 (anche l’Ucraina è parte al Trattato). Nel caso di conflitti armati le misure devono essere rivolte alla protezione dei minori e non all’adozione anche per i rischi di pratiche illecite in situazioni di emergenza. “Il conflitto – si legge nel documento – non deve essere usato come giustificazione per accelerare le adozioni internazionali o per aggirare le regole fissate nei trattati”. Di conseguenza vi dovrebbe essere una sospensione delle pratiche di adozione. E’ precisato, inoltre, che anche se l’Ucraina non è parte alla Convenzione del 1993, gli Stati riceventi dovrebbero applicare tale trattato durante una situazione di conflitto armato.

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