Il piano carceri non convince il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa

L’Italia non riesce a trovare soluzioni al problema del sovraffollamento nelle carceri. Oltre a dirlo la Corte europea, lo ha constatato il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che nella sessione del 4-7 giugno dedicata al controllo sull’esecuzione delle sentenze della Corte da parte degli Stati ha deciso di tenere aperto il fascicolo sull’Italia nel caso Sulejmanovic (CM carceri). L’Italia era stata condannata per violazione dell’articolo 3 a causa delle condizioni detentive inflitte al condannato. Per il Comitato dei Ministri, il Governo non ha ancora fornito statistiche aggiornate sull’effettiva diminuzione dei detenuti rispetto alla capacità delle strutture e sui posti aggiuntivi messi a disposizione dei detenuti per vivere in condizioni compatibili con la Convenzione, malgrado la pronuncia di condanna relativa al caso Sulejmanovic. Troppo alto, poi, il numero di detenuti che sono in carcere in custodia cautelare (circa il 40% rispetto all’intera popolazione carceraria).

Di qui la decisione del Comitato di richiedere informazioni aggiuntive rispetto al piano carceri fornito dal Governo e dare tempo fino al 27 maggio 2014 fissato dalla stessa Corte europea nel caso Torreggiani. Vedremo cosa sarà in grado di fare l’Italia che, intanto, si è vista respingere un inutile e pretestuoso ricorso presentato alla Grande Camera avverso la pronuncia Torreggiani.

Si veda il post del 5 maggio 2013 http://www.marinacastellaneta.it/blog/sovraffollamento-delle-carceri-in-europa-diffuse-le-statistiche-relative-al-2011.html e quello del 18 gennaio http://www.marinacastellaneta.it/blog/strasburgo-accende-i-riflettori-sulla-drammatica-condizione-dei-detenuti-in-italia.html.

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