Sovraffollamento delle carceri in Europa: diffuse le statistiche relative al 2011

Il problema del sovraffollamento delle carceri è una piaga che colpisce quasi tutti gli Stati parti alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Con situazioni drammatiche in alcuni Paesi come l’Italia. Il Consiglio d’Europa ha reso noto, il 3 maggio, l’indagine relativa allo stato della popolazione carceraria nel 2011, condotto dall’Istituto di criminologia e diritto penale dell’Università di Losanna (http://www3.unil.ch/wpmu/space/files/2013/05/SPACE-1_2011_English.pdf). Nel 2011, in via generale, il numero dei detenuti è diminuito del 2%, ma è aumentato il tasso medio della popolazione carceraria con 154 detenuti per 100.000 abitanti rispetto ai 149 nel 2010. Il numero più alto di detenuti è costituito da coloro che hanno commesso reati legati al traffico di stupefacenti (17,5%), a pari merito con il furto e seguiti da reati come l’omicidio (12%). Per quanto riguarda l’Italia i detenuti nel 2011 erano 67.104 a fronte di una capienza massima di 45.647: nessun Paese supera di oltre 20.000 il numero massimo di capienza. Neanche la Turchia che nel 2011 contava 126.000 detenuti e l’Ucraina con 158.000. In Russia il numero incredibile di detenuti pari a 780.100.

L’età media della popolazione carceraria è di 33 anni (in Italia 37); le donne sono il 5,3% (in Italia il 4,3%) e circa il 21% gli stranieri (in Italia il 36%). Qui la situazione cambia molto tra i Paesi dell’est Europa nei quali gli stranieri non superano il 2% dei detenuti rispetto all’Europa occidentale con ben il 30% di stranieri detenuti. La spesa per detenuto è stata pari a 93 euro giornalieri (in Italia 116,68 euro).

Per quanto riguarda le misure alternative, nel 2011 sono aumentati i detenuti sottoposti a libertà vigilata (+ 29,6% rispetto al 2010). Il 60% dei Paesi utilizza poi il braccialetto elettronico (http://www3.unil.ch/wpmu/space/space-ii/probation-stock-on-1st-january-2012/#.UYYBMhzdIn0).

Intanto l’Italia, destinataria della sentenza dell’8 gennaio 2013 relativa al caso Torregiani con la quale Strasburgo ha inflitto una condanna per violazione dell’articolo 3 della Convenzione dei diriti dell’uomo che vieta trattamenti disumani e degradanti proprio a causa delle condizioni detentive inflitte al detenuto, invece di limitarsi ad attuare la pronuncia e adottare, entro un anno, le misure generali richieste per risolvere un problema strutturale attestato dall’altissimo numero di ricorsi pendenti a Strasburgo, ha pensato bene di presentare, l’8 aprile, un ricorso contro la sentenza alla Grande Camera alla quale ne ha chiesto il riesame. Non si capiscono le basi su cui poggia il ricorso anche perché il precedente Governo che lo ha deciso invece di mettere in rete il testo del ricorso come negli altri casi di richiesta di rinvio alla Grande Camera si è limitato a diffondere la notizia (http://www.governo.it/Presidenza/CONTENZIOSO/comunicazione/notizie/20130411.html).

Si veda il post del 18 gennaio 2013 http://www.marinacastellaneta.it/blog/strasburgo-accende-i-riflettori-sulla-drammatica-condizione-dei-detenuti-in-italia.html

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