In libreria il volume “Lo sguardo del cinema sul genocidio dei tutsi in Ruanda”

È stato appena pubblicato il libro, scritto da Maria Chiara Vitucci e Isabella Castrogiovanni, “Lo sguardo del cinema sul genocidio dei tutsi in Ruanda” (Editoriale Scientifica).  Un testo prezioso per approfondire uno dei drammi più sconvolgenti del ventesimo secolo, il genocidio dei tutsi in Ruanda, avvenuto in soli 100 tragici giorni, tra aprile e luglio 1994. Un arco temporale breve che ha visto l’uccisione e il massacro di 800.000 persone, sterminate a colpi di machete nel Paese delle mille colline. Come spiegano le autrici, Maria Chiara Vitucci, ordinaria di diritto internazionale nell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e Isabella Castrogiovanni, funzionaria dell’UNICEF, nonché esperte di cinema, in quei giorni, donne, bambini, neonati, uomini sono stati sterminati “per il solo fatto di appartenere a un’etnia, quella tutsi, demonizzata da una maggioranza etnica incitata all’odio razziale da uno stato criminale”. Molti punti oscuri, con responsabilità di Stati come Francia, e con troppe dimenticanze e inerzia della comunità internazionale, che hanno spinto le autrici ad approfondire quel dramma e fornire un contributo alla memoria. La chiave di lettura scelta è quella del cinema, strumento e arte, utile per l’insegnamento delle discipline giuridiche e anche per la ricerca scientifica. Un vettore di memoria, scrivono Vitucci e Castrogiovanni, che hanno analizzato ben 15 tra film e documentari (da “Hotel Ruanda” a “Trees of Peace”, da “Shake hands with the devil” a “100 days”, da “Munyurangabo” (presentato a Cannes) a “Sometimes in April”, solo per citarne alcuni) che raccontano il genocidio in Ruanda.  Attraverso i film scelti dalle autrici sono affrontati temi centrali come le diverse narrazioni del genocidio e le “tentazioni negazioniste”, le cause remote e più vicine del genocidio, il ruolo dei mezzi di comunicazione come la radio per la diffusione dell’odio e della violenza. Un capitolo è dedicato a quello che è definito dalle autrici come “genocidio evitabile” e, quindi, alle responsabilità dell’ONU e delle Potenze occidentali come Francia e Stati Uniti, nonché al ruolo della chiesa. Spazio poi al racconto della giustizia penale internazionale e della riconciliazione e, in ultimo, allo sguardo delle vittime, con particolare attenzione alle donne. Il volume, pubblicato nella collana “Cinema Diritto Società” diretta da Claudio De Fiores, Fernando Flores Giménez e Maria Chiara Vitucci,  è corredato dalla filmografia e dalla prefazione della docente Micaela Frulli, ordinaria di diritto internazionale dell’Università di Firenze.

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