In vigore il Protocollo n. 14

Martedì 1° giugno entra in vigore il Protocollo n. 14 alla Convenzione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, tre mesi dopo l’ultima ratifica arrivata dalla Russia. L’Italia ha già ratificato il Protocollo con legge n. 280 del 15 dicembre 2005. Con le nuove regole, il cui impatto è ancora tutto da verificare, necessarie ad arginare il carico di lavoro della Corte europea, vitima del suo successo -come dimostrano i dati sul funzionamento della Corte che, nel 2009 (dal 1° gennaio al 30 novembre), ha attribuito a una Camera ben 52.2000 i ricorsi, con un più 13% rispetto al 2008 –  Strasburgo potrà dichiarare irricevibile la domanda se il ricorrente “non ha subito alcun pregiudizio importante”. Una condizione non chiarita nel Protocollo, che attribuisce ai giudici internazionali un ampio margine di discrezionalità nella valutazione di tale condizione. Per snellire il lavoro e ridurre i tempi processuali, il Protocollo affida nuovi compiti alla nuova figura del giudice unico, che sostituisce il comitato di tre giudici nei ricorsi palesemente inammissibili. Modifiche anche sul sistema di esecuzione delle sentenze: il Comitato dei ministri, infatti, potrà avviare un’azione giudiziaria contro il Paese inadempiente, che non esegue le pronunce della Corte. Con il rischio di una nuova condanna pronunciata dai giudici internazionali.

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