I miglioramenti ci sono stati ma la strada per l’integrazione completa e l’eliminazione di ogni forma di discriminazione verso i rom è ancora in salita. Questo si evince dal documento della Commissione europea del 30 agosto sui risultati di medio termine dell’attuazione delle strategie nazionali di integrazione dei rom (COM(2017)458, COM. Qui il documento di lavoro SWD(2017)286, SWD). Certo – osserva Bruxelles – ci sono stati significativi cambiamenti rispetto al 2011, con un sensibile calo del tasso di abbandono scolastico dall’87% del 2011 al 68% del 2016, ma l’80% dei rom è ancora a rischio povertà. Nel dettaglio, la partecipazione dei minori rom all’istruzione e cura della prima infanzia è passata dal 47% nel 2011 al 53% nell 2016. Hanno fatto meglio di tutti Spagna, Slovacchia, Bulgaria, Ungheria e Romania. Sul fronte dell’occupazione, invece, la situazione è peggiorata con una percentuale, nel 2016, del 63% di giovani rom che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo (56% nel 2011). Difficile l’accesso alla sanità, con Bulgaria e Romania in cui metà della popolazione rom non ha la copertura sanitaria di base, e all’alloggio. In quest’ultimo ambito i rom che intendono accedere agli alloggi sociali sono vittime di discriminazioni in Portogallo, Italia, Repubblica ceca e Spagna.
Con l’ausilio dello studio effettuato, la Commissione si prepara a definire la strategia post 2020 in materia di integrazione dei rom. Con quest’obiettivo Bruxelles ha aperto una consultazione pubblica, accessibile fino al 25 ottobre 2017, all’indirizzo https://ec.europa.eu/info/consultations/public-consultation-evaluation-eu-framework-national-roma-integration-strategies-2020_en.
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