L’europarlamento denuncia il silenzio di Stati, Consiglio e Commissione Ue sulle operazioni di extraordinary rendition

Il Parlamento europeo chiede alle autorità italiane di proseguire negli “sforzi tesi a ottenere giustizia per le violazioni dei diritti umani commesse dalla CIA sul territorio italiano, insistendo sull’estradizione di Robert Seldon Lady e richiedendo quella degli altri 22 cittadini statunitensi condannati in Italia”. Con la risoluzione approvata il 10 ottobre sui “presunti casi di trasporto e detenzione illegale di prigionieri in Paesi europei da parte della Cia” (rendition), che ha toni critici anche nei confronti della grazia concessa dal Presidente della Repubblica italiana al colonnello Joseph Romano, gli eurodeputati fanno pressing sugli Stati coinvolti nelle extraordinary renditions chiedendo un impegno effettivo per far luce su una pagina buia dello Stato di diritto che ha coinvolto molti Paesi membri dell’Unione europea. Dalla Polonia all’Italia passando per Regno Unito, Francia e Germania. Ma non solo. Il Parlamento prova, da tempo, ad ottenere risposte dagli Stati ma, anche a fronte di richieste formali, numerosi Paesi, tra i quali l’Italia, non rispondono alle istanze di Strasburgo. Eppure – hanno precisato gli eurodeputati riuniti in sessione plenaria – gli Stati hanno un obbligo positivo di condurre inchieste che devono essere indipendenti ed efficaci. Ma il Parlamento bacchetta anche la Commissione europea e il Consiglio. La prima non ha dato seguito alle raccomandazioni inviate più volte e si è limitata a trasmettere agli Stati una richiesta generica di collaborazione, il Consiglio, dal canto suo, dovrebbe scusarsi “per aver violato il principio, sancito dai trattati, della cooperazione leale tra le istituzioni dell’Unione, quando ha tentato in modo inopportuno di persuadere il Parlamento ad accettare le versioni deliberatamente abbreviate dei processi verbali delle riunioni dei gruppi di lavoro COJUR e COTRA con i funzionari americani di alto livello”.

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