L’Irlanda ritarda nell’esecuzione della sentenza CEDU sull’aborto

Il piano d’azione del Governo irlandese presentato il 16 giugno 2011, al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per assicurare l’esecuzione della sentenza del 16 dicembre 2010 nel caso A, B e C contro Irlanda (ricorso n. 25579/05), non convince l’organizzazione  Irish Council for Civil Liberties che, il 30 agosto 2011, ha formulato le proprie rimostranze rispetto ai ritardi nell’adozione di misure generali da parte dello Stato convenuto (2011dd645DH). La Corte europea, con la citata sentenza, aveva condannato Dublino per violazione dell’articolo 8, che assicura il diritto al rispetto della vita privata e familiare, perché l’Irlanda non aveva consentito l’aborto a una donna malata di cancro. Il Governo, per dar seguito alla sentenza, ha disposto l’istituzione di un Comitato che dovrà lavorare sulle modifiche legislative che, però, secondo l’organizzazione non governativa, ha compiti vaghi e non ha scadenze specifiche. La mancata adozione di misure ad hoc per eseguire la sentenza, seppure in via provvisoria, mostrano che l’Irlanda non ha eseguito con urgenza la pronuncia della Corte europea e che Dublino deve integrare il suo piano d’azione indicando misure concrete e tempi di attuazione certi.

Si veda il post del 17 dicembre 2010.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *