L’Italia migliora la situazione per numero di condanne a Strasburgo

Aumentano i ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. E sono soprattutto Ungheria, Romania e Turchia, in particolare dopo il fallito colpo di Stato di luglio 2016, ad essere sul banco degli imputati di Strasburgo. Dalla relazione annuale presentata dalla Corte a gennaio (Annual_report_2016) risulta, inoltre, che i casi pendenti alla fine del 2016 sono arrivati a quota 79.750 con un più 23% rispetto al 2015. Sul fronte delle condanne, è la Russia in vetta alla classifica con 228 sentenze, seguita dalla Tuchia (88), dalla Romania (86), dall’Ucraina (73), dalla Grecia (45) e dall’Ungheria (41). L’Italia ha migliorato di molto la situazione anche per la scelta di seguire più di frequente la strada dei regolamenti amichevoli e delle dichiarazioni unilaterali. Nel 2016 sono state 15 le sentenze con al centro l’Italia, con 10 condanne, 3 pronunce di “assoluzione” e 2 regolamenti amichevoli. In particolare, per le sentenze di condanna, 5 casi hanno riguardato la violazione dell’articolo 5 della Convenzione che assicura il diritto alla libertà personale e 5 l’articolo 8 che garantisce il diritto al rispetto della vita privata e familiare. Di particolare rilievo la pronuncia del 15 dicembre 2016 nel caso Khlaifia c. Italia, con la quale la Corte europea ha condannato l’Italia per la detenzione in condizioni degradanti di alcuni migranti sull’isola di Lampedusa e per le espulsioni collettive (qui la versione nella traduzione italiana Khlaifia).

Per quanto riguarda i casi pendenti l’Italia arriva a quota 6.200 (ossia il 7,8% del totale). Il numero più alto riguarda l’Ucraina (22,8%), la Turchia (15,8%), l’Ungheria (11,2%), la Russia (9,8%) e la Romania (9,3%). Diminuiscono, invece, i ricorsi italiani trasferiti a una formazione giudiziaria dai 5.490 del 2014 ai 1.409 del 2016 (erano 1.885 nel 2015). Dall’inizio dell’attività della Corte al 2016, l’Italia si colloca al terzo posto per numero di condanne. In vetta alla classifica la Turchia, con 2.889 condanne su 3.270 pronunce, seguita dalla Russia con 1.834 condanne e 1.948 sentenze. Poi l’Italia con 2.351 sentenze e 1.791 condanne.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/esecuzione-delle-sentenze-cedu-pubblicata-la-relazione-annuale.html

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