Carta dei diritti fondamentali: pubblicato il rapporto annuale

La Commissione europea ha presentato la relazione annuale sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea nel 2015. Nel documento diffuso il 19 maggio (2015_annual_charter_report_en), Bruxelles ha evidenziato il preoccupante incremento dell’intolleranza, della xenofobia e dell’incitamento all’odio in molti Stati membri. Necessario un rafforzamento, quindi, delle istituzioni Ue per diffondere l’effettiva applicazione della Carta i cui diritti sono essenziali soprattutto nella realizzazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Nell’applicazione della Carta – sottolinea la Commissione europea – è stato essenziale il ruolo della Corte di giustizia dell’Unione europea che, nel 2015, ha depositato, tra le altre, due importanti sentenze, una riguardante il divieto di discriminazione nei confronti dei rom (Chez Razpredelenie, C-83/14) e una sul divieto di discriminazione basata sull’orientamento sessuale  in un caso di donazione di sangue (C-528/13, Leger). A fronte di una tendenza costante del richiamo alla Carta nelle sentenze della Corte Ue, nel 2015 si assiste a un decremento con 167 pronunce (sempre in pole position i diritti legati alla giustizia) a fronte delle 210 sentenze del 2014. I giudici nazionali, nei rinvii pregiudiziali trasmessi a Lussemburgo, hanno richiamato la Carta in 36 casi contro i 43 del 2014.

Spazio anche all’attuazione della Carta da parte dei giudici nazionali con un ruolo di primo piano della Corte costituzionale tedesca e una rilevante sentenza della Corte costituzionale di Cipro (si veda il documento di lavoro annesso al rapporto della Commissione, SWD(2016)158, staff_working_doc_charter_2015_en). Anche i giudici italiani fanno sempre più ricorso alla Carta. Nel documento di lavoro è riportata la sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio che, nella pronuncia depositata il 14 luglio 2015 (201509411) relativa alla non ammissione all’esame orale di avvocato di un candidato, ha basato il proprio ragionamento sull’articolo 41 della Carta che assicura il principio della buona amministrazione. Nel ritenere illegittima la bocciatura, il Tar, infatti, ha richiamato l’obbligo di motivazione essenziale ai fini della buona amministrazione come affermato dall’articolo 41 della Carta.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/boom-di-richiami-alla-carta-dei-diritti-ue-da-parte-della-corte-di-giustizia-e-dei-giudici-interni.html.

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