Perdita della cittadinanza italiana: la Cassazione rinvia alla pubblica udienza

La Corte di Cassazione, prima sezione civile, con ordinanza interlocutoria n. 9275, depositata l’8 aprile, ha deciso di sospendere il procedimento riguardante un caso di perdita di cittadinanza a seguito di acquisto di cittadinanza straniera (9275) e di disporre il ricorso alla pubblica udienza, tenendo conto di alcuni diversi orientamenti sulla questione. La vicenda ha al centro diversi ricorrenti nei confronti dei quali era stata respinta la richiesta di accertamento della cittadinanza italiana iure sanguinis, in quanto discendenti diretti di italiani emigrati negli Stati Uniti. Anche la Corte di appello aveva confermato il no alla cittadinanza, mentre la prima sezione civile, ritenendo la questione di particolare rilevanza e dibattuta dagli interpreti, ha deciso di rinviare alla pubblica udienza al fine di precisare se confermare l’orientamento interpretativo con riguardo agli articoli 7 e 12 della legge n. 555/1912, prima normativa organica sulla cittadinanza, poi modificata dalla legge n. 91/1992.  In particolare, in base all’articolo 12, era stato ritenuto che il figlio minore di cittadino italiano che avesse acquistato la cittadinanza straniera, ad esempio per nascita in un diverso Paese (in questo caso gli Stati Uniti), dovesse perdere la cittadinanza italiana proprio in conseguenza della precedente perdita della cittadinanza da parte del padre. La Corte di appello aveva seguito l’orientamento della Cassazione nell’ordinanza n. 17161 del 15 giugno 2023 e aveva escluso la riacquisizione della cittadinanza italiana. I ricorrenti sostenevano, invece, che la figlia minorenne, cittadina statunitense in forza dello ius soli non avesse perso la cittadinanza italiana – essendo nata da madre italiana negli Stati Uniti – in quanto già era cittadina statunitense. Pertanto, la donna avrebbe dovuto poter trasmettere la cittadinanza italiana anche ai propri figli, in forza dell’articolo 7 perché già cittadina italiana al momento dell’acquisizione di quella statunitense, senza che si fosse verificata alcuna rinuncia. Ora, la prima sezione, preso atto che accanto all’ordinanza n. 17161 vi era stata la n. 454 dell’8 gennaio 2024 in cui era stato affermato che il figlio minore di cittadino italiano nato all’estero potesse acquisire contemporaneamente la cittadinanza ius sanguinis e in base allo ius soli, con il diritto a conservare la cittadinanza italiana, ha deciso di sospendere il procedimento e rimettere il ricorso alla pubblica udienza, rinviando la causa a nuovo ruolo.

2 Risposte
  • Neil Berkman
    aprile 15, 2025

    Buongiorno Prof.ssa Castellaneta,

    Con interesse ho letto il Suo articolo riguardante l’ordinanza interlocutoria n. 9275/2025. Essendo uno degli attori in questo procedimento, vorrei gentilmente segnalare una piccola imprecisione nel testo.

    L’ordinanza in questione ha disposto “la rimessione del ricorso alla pubblica udienza” e non alle Sezioni Unite come indicato nell’articolo. Nel testo dell’ordinanza non si fa alcun riferimento esplicito al rinvio alle Sezioni Unite, ma solo alla necessità di valutare se confermare l’orientamento finora assunto dalla Corte riguardo all’interpretazione degli articoli 7 e 12 della legge n. 555 del 1912.

    La questione è certamente di particolare rilevanza giuridica, come correttamente evidenziato nel Suo articolo, soprattutto considerando i precedenti contrastanti (ordinanza n. 17161/2023 e ordinanza n. 454/2024), ma tecnicamente si tratta di un rinvio a pubblica udienza.

    La ringrazio per l’attenzione dedicata a questo importante tema della cittadinanza italiana.

    Mi scuso per eventuali errori linguistici, non sono madrelingua italiano e ho scritto questo commento con l’assistenza di un’AI.

    Cordiali saluti,

  • Marina Castellaneta
    aprile 16, 2025

    Buongiorno ha del tutto ragione. Mi scuso per l’errore. Ho proceduto alla correzione. Cordiali saluti

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