Protezione dei whistleblowers in un rapporto del Consiglio d’Europa

Il Comitato europeo per la cooperazione giuridica del Consiglio d’Europa (CDCJ) ha pubblicato il rapporto sulle misure per la protezione dei whistleblowers in Europa (Whistleblowers) a seguito della raccomandazione del Comitato dei Ministri (CM/Rec(2014)7 sulla protezione dei whistleblowers nel Consiglio d’Europa. Nel rapporto sono anche analizzati atti adottati in altri contesti come l’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo e l’Unione europea che è intervenuta con la direttiva 2019/1937 del 23 ottobre 2019 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione. Il documento si basa sulle risposte fornite da 23 Stati (tra i quali la Spagna, il Regno Unito, la Francia, mentre manca l’Italia) molti dei quali hanno adottato una legislazione ad hoc, mentre solo i Paesi Bassi hanno istituito un’autorità specifica per tutelare i whistleblowers. Rilevanti anche gli interventi della Corte europea dei diritti dell’uomo a partire dal leading case relativo alla sentenza del 2008 nel caso Guja contro Moldova. Non di rado, dinanzi alla Corte di Strasburgo si è posta la questione degli effetti di misure interne che sostanzialmente puniscono i whistleblowers e la tutela che può essere fornita dalle norme convenzionali come l’articolo 10 sul diritto alla libertà di espressione. Spazio anche alla bene prassi seguite da alcuni Stati come Regno Unito, Paesi Bassi e Lettonia.

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