È stato adottato il 2 dicembre 2024, a margine dell’Assemblea degli Stati parte, il nuovo documento del Procuratore sui crimini legati alla schiavitù (Slavery). Il Procuratore Karim Khan, precisato che la schiavitù e la tratta degli schiavi sono crimini di particolare gravità perché colpiscono la dignità di ogni essere umano e che lo Statuto della Corte penale internazionale include espressamente alcuni crimini di schiavitù, ritiene che siano necessari alcuni chiarimenti su tali crimini proprio per consentire e migliorare lo svolgimento di indagini e processi, mettendo a frutto anche quanto emerso da alcune sentenze come quella relativa al caso Ongwen e dai lavori della Special Adviser on Slavery Crimes, Patricia Viseur Sellers. L’Ufficio del Procuratore, che ha svolto consultazioni con vittime e avvocati di 24 Paesi, nonché con organizzazioni non governative anche con riguardo alle forme moderne di schiavitù, ha ritenuto utile, per guidare ogni fase del lavoro d’indagine, l’adozione del rapporto “Policy on Slavery Crimes” nel quale è valutata la portata di tali crimini e un approfondimento sulla tratta degli esseri umani.
Il quadro attuale è costituito dall’articolo 7 dello Statuto che, tra i crimini contro l’umanità, include la riduzione in schiavitù (articolo 7, 1, c), intesa come “esercizio su una persona di uno o dell’insieme dei poteri inerenti al diritto di proprietà, anche nel corso di traffico di persone, in particolare di donne e bambini ai fini dello sfruttamento sessuale” e la schiavitù sessuale (articolo 7, 1, lett. g), nonché dall’articolo 8, 2, b, XXII, che tra i crimini di guerra include la schiavitù sessuale. Di frequente, tali crimini colpiscono le persone più vulnerabili come i bambini e sono, non di rado, dei gender-based crimes.
Il documento passa in rassegna le pratiche di schiavitù che si sono sviluppate nel corso degli anni e i tentativi di arginare questa piaga anche con un adeguato apparato normativo e interventi dei tribunali penali internazionali, partendo da Norimberga.
In particolare, sono analizzati i trattati adottati per fronteggiare la schiavitù come la Convenzione del 1926 e quella del 1956, per poi approfondire le norme dello Statuto e alcune sentenze come il landmark case che ha portato alla pronuncia dell’8 luglio 2019, Prosecutor v. Ntaganda, con la quale è stato affermato che la schiavitù sessuale può essere considerata come crimine di guerra anche quando commessa da membri delle forze armate ribelli contro membri dello stesso gruppo, in questo caso anche bambini. Nel rapporto sono riportate le testimonianze delle vittime rese in alcuni procedimenti come quello relativo ad Ongwen.
Il Procuratore guarda naturalmente con favore alle modifiche in discussione nell’Assemblea degli Stati parte che puntano ad aggiungere, in modo esplicito, la tratta degli esseri umani come crimine contro l’umanità e come crimine di guerra, nonché la schiavitù come crimine di guerra. Si veda, sulle proposte di modifica, il documento del Working Group sugli emendamenti allo Statuto presentato il 1° dicembre 2024 (ICC-ASP/23/26, working group – emendamenti).
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