Pubblicato il rapporto annuale sulle minacce alla libertà di stampa negli Stati membri del Consiglio d’Europa

Gravi minacce alla libertà di stampa negli Stati membri del Consiglio d’Europa. Con un costante aumento delle segnalazioni di rischi per i cronisti alla Piattaforma per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, segnalazioni che passano da 200 del 2020 a 282 nel 2021. Un incremento del 41% che dà il quadro della situazione di rischio per i giornalisti all’interno del Consiglio d’Europa e anche della diminuzione del livello della libertà di stampa in Europa. E’ quanto risulta dal rapporto annuale intitolato “Defending Press Freedom in Times of Tension and Conflict”, presentato oggi dalla Piattaforma attiva all’interno del Consiglio d’Europa (Press). I rischi non arrivano solo dalla guerra e non arrivano solo da Paesi, come la Russia e la Turchia, che nel corso degli anni hanno adottato leggi sempre più stringenti, perché anche in Stati in cui tradizionalmente è garantita la libertà di stampa si registrano interventi giudiziari e legislativi che mettono a rischio la stampa. Diffusi i casi di intimidazione giudiziaria, con un costante aumento delle cause per diffamazione, ben 56 giornalisti in carcere, 35 giornalisti fermati e interrogati dalla polizia, 26 casi di impunità per attacchi di diverso genere ai giornalisti e rischi per la protezione delle fonti. Nel rapporto è indicato che quattro segnalazioni sulla violazione della segretezza delle fonti sono arrivate dall’Italia, dal Portogallo e dall’Albania. 

Sul servizio pubblico televisivo, che è un pilastro della democrazia, si segnala un peggioramento della situazione che mette a rischio l’indipendenza e l’imparzialità sia a causa dei sistemi di governance sia per la diminuzione di fondi. 

Il rapporto contiene anche un aggiornamento sull’impatto sui media dell’aggressione russa all’Ucraina, sulla situazione di Julian Assange che è in carcere a Londra da aprile 2019 ed è oggi a un passo dall’estradizione negli Stati Uniti, con un rischio di una pena detentiva di oltre 100 anni di reclusione, nonché sul sistema di spionaggio attraverso il software Pegasus che ha colpito molti giornalisti, anche per decisione di alcuni Stati.

 

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