Roadmap per arrivare alla parità di genere nei processi decisionali

Una pietra miliare per un nuovo capitolo in materia di parità di genere e rafforzamento della leadership delle donne. Così il Comitato per l’eliminazione della discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW) ha definito la Raccomandazione generale n. 40 sulla rappresentanza paritaria e inclusiva delle donne nei processi decisionali, adottata il  23 ottobre 2024 (CEDW/C/GC/40, CEDAW_40).

Il Comitato, istituito dal Protocollo del 1979 alla Convenzione del 18 dicembre 1979 (ratificata con legge 14 marzo 1985 n. 132), punta a un cambiamento rapido tenendo conto che la sotto-rappresentazione delle donne è ancora una realtà. Difficile il raggiungimento dell’obiettivo n. 5 (“raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze”) posto nell’Agenda 2030 tanto più perché la parità per essere effettiva deve essere 50/50.

Il documento contiene una tabella di marcia operativa, partendo dalla constatazione che i progressi sulla parità di genere sono avvenuti molto lentamente. Respinto un approccio che porti alla parità di genere parziale, con la previsione di quote limitate in diversi settori e sottolineata la necessità di smantellare le strutture patriarcali che in molte realtà sono profondamente radicate, il Comitato richiede una revisione radicale dei sistemi decisionali con l’introduzione di un principio di governance universale che rispetti la parità 50/50.

Il quadro descritto è desolante: ad esempio, nell’ambito della soluzione delle crisi internazionali le donne sono sotto-rappresentate nelle attività di negoziazione. Tra il 1992 e il 2019 solo il 13% dei negoziatori era donna, tra i mediatori la percentuale è precipitata al 6% in modo analogo per le donne firmatarie di processi di pace. Nel 2022 la percentuale delle negoziatrici è salita al 16%, ma in calo rispetto alla percentuale del 23% del 2021.

Ancora diffusi gli stereotipi in ogni settore, incluso il mondo digitale. Il Comitato ha evidenziato che vi sono rischi che i dati di addestramento per i sistemi di intelligenza artificiale generativa presentino distorsioni dal punto di visto del genere, con il pericolo che la discriminazione dal mondo analogico passi a quello digitale, con effetti negativi su larga scala.

La raccomandazione sarà accompagnata da strumenti e nuovi meccanismi per individuare soluzioni innovative attraverso un approccio traversale che veda le donne presenti nei processi decisionali ridisegnati dall’intelligenza artificiale.

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