Telegram contro Russia: comunicato il ricorso a Mosca

Telegram porta la Russia dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Strasburgo ha comunicato, il 29 ottobre, il ricorso di Telegram contro Russia e ha chiesto allo Stato di presentare le sue osservazioni sulle norme contestate (ricorso n. 13232/18, TELEGRAM MESSENGER LLP AND TELEGRAM MESSENGER INC. v. RUSSIA.). La vicenda aveva preso il via dalla decisione dei tribunali interni di bloccare immediatamente il sistema di messaggeria istantanea di Telegram, app molto usata in Russia. La società si era rifiutata di consegnare le chiavi di crittografia necessarie per decifrare i messaggi di sei persone indicate dalle autorità russe come presunti terroristi, senza, però, specificare sulla base di quali prove. Telegram si era rifiutata di eseguire l’ordine invocando il diritto degli utenti alla riservatezza delle comunicazioni e il diritto alla libertà di espressione. Il processo era andato avanti senza la presenza degli avvocati di Telegram, che era stata sanzionata con una multa. Successivamente era stato disposto il blocco della app per l’utilizzo di Telegram. Di qui il ricorso alla Corte europea. Telegram sostiene che vi è stata una violazione dell’articolo 10 della Convenzione che assicura il diritto alla libertà di espressione perché l’ingerenza non era prevista dalla legge e la misura non era necessaria in una società democratica. Inoltre, per la società è stato violato anche l’articolo 13 e l’articolo 6 sull’equo processo. Adesso la parola a Mosca.

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