L’Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e al crimine (UNODC) disegna la mappa della tratta degli esseri umani in 156 Stati. Nel rapporto presentato l’11 dicembre (UNODC), accanto ai dati sui casi di tratta di esseri umani individuati tra il 2019 e il 2023, l’UNODC affronta le questioni relative alle indagini e alle condanne, con particolare attenzione ai casi giudiziari tra il 2012 e il 2023, che forniscono una visione più approfondita su questo crimine, sulle vittime e sugli autori del reato. Accanto all’analisi globale, il documento si sofferma, nel capitolo terzo, sulle questioni sorte a livello regionale, con una particolare attenzione, nel capitolo secondo, alla situazione in Africa, continente dal quale proviene il numero più alto di vittime della tratta. Un approfondimento è anche dedicato alla situazione delle vittime della tratta nigeriane arrivate in Italia.
Dai dati raccolti emerge che il traffico di bambini, la tratta finalizzata al lavoro forzato e alla criminalità sono in aumento a causa della povertà, dei conflitti e delle crisi climatiche che rendono le persone più vulnerabili e più facilmente soggette allo sfruttamento (incluso l’accattonaggio). È così aumentato del 25% il numero delle vittime della tratta e del 47% con riguardo specifico al lavoro forzato. Inoltre, nel 2022 le vittime minorenni sono aumentate del 31% rispetto al 2019 e del 38% per le bambine, con un aumento della tratta di minori anche in Paesi ad alto reddito.
L’Ufficio delle Nazioni Unite ha colto l’occasione, basandosi sui nuovi dati raccolti, per indirizzare agli Stati raccomandazioni anche al fine di identificare e proteggere le vittime e arrivare a una migliore attuazione del Protocollo sulla tratta adottato a Palermo dalle Nazioni Unite e ratificato dall’Italia con legge 16 marzo 2006 n. 146.
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