Estradizione e contumacia: comunicato all’Italia un ricorso alla CEDU

Le autorità italiane si sono rifiutate di riaprire un procedimento che si era concluso con la condanna di un individuo per associazione di stampo mafioso e omicidio. Il ricorrente era fuggito all’estero e mentre pendeva la decisione sull’estradizione dal Brasile, era stato condannato in contumacia. Le autorità italiane avevano sempre respinto la richiesta di riaprire il caso ritenendo che la latitanza non può certo essere equiparata a un caso di forza maggiore. Era stato lo stesso imputato a sottrarsi volontariamente alla giustizia e, quindi, il procedimento penale poteva andare avanti. Il condannato, tuttavia, ha ritenuto violati alcuni diritti convenzionali perché processato mentre era in attesa del completamento dell’iter sull’estradizione e si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell’uomo sostenendo che l’Italia avrebbe violato il suo diritto ad essere presente durante il processo penale. Strasburgo, il 3 aprile ha comunicato il caso al Governo che dovrà rispondere ad alcuni interrogativi posti dalla Corte (BARATTA c. ITALIE).

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