Il Dipartimento di Stato USA pubblica il rapporto sui diritti umani – U.S. State Department issues Country Reports on Human Rights Practices

E’ stato pubblicato il 42esimo rapporto annuale sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Il Dipartimento di Stato americano, il 20 aprile, ha diffuso il documento dal titolo “2017 Country Reports on Human Rights Practices”, reperibile nel sito https://www.state.gov/j/drl/rls/hrrpt/humanrightsreport/index.htm#wrapper, che non solo si prefigge di promuovere la rule of law e il rispetto dei diritti umani, ma che costituisce altresì la base per l’azione in materia di politica estera da parte degli Stati Uniti. Tutto condito con un pizzico di ipocrisia, qualche contraddizione e la difficoltà di far dimenticare alcune situazioni, come il trattamento dei migranti, che il Presidente Trump cerca di imporre.

In primo piano la situazione in Siria, Turchia, Iran, Cambogia, con il dramma dei Rohingya, passando per le repressioni nel Venezuela di Maduro e le limitazioni a libertà fondamentali da parte della Russia di Putin.

Per quanto riguarda l’Italia, alla valutazione sostanzialmente positiva, si affiancano alcune criticità. In primo luogo, i tempi lunghi della custodia cautelare che risulta ancora più negativa tenendo conto della durata eccessiva dei processi. Se a quest’ultimo dato si aggiunge la prescrizione – si legge nel rapporto – accade che non sempre è possibile accertare la colpevolezza degli autori di diversi reati.

Per il settore della libertà di stampa, il rapporto, segnalata la concentrazione di testate da parte di Berlusconi, mette sotto accusa la circostanza che l’Italia continua a prevedere il carcere per i giornalisti condannati per diffamazione. Il documento, poi, evidenzia le minacce ai giornalisti soprattutto nel centro e nel sud Italia, ricordando la recente vicenda del giornalista Paolo Borrometi, minacciato da clan mafiosi. 

Tra gli altri dati negativi, il diffuso antisemitismo, anche attraverso il web. Spesso, poi, ci sono le leggi ma non vengono attuate come dimostra il mancato abbattimento delle barriere architettoniche che limita l’esercizio dei diritti dei disabili. Nel 2017 è stata adottata la legge n. 110 contro la tortura che, però, non è del tutto in linea con i parametri internazionali soprattutto per l’imposizione di alcune condizioni richieste perché si verifichi la condotta vietata.

Nel rapporto sull’Egitto, il Dipartimento di Stato ha evidenziato le massicce violazioni dei diritti umani, ricordando la tortura e l’assassinio di Giulio Regeni:  a un anno e mezzo dalla sua morte – si legge nel rapporto – non sono state presentate le conclusioni sulle indagini circa la responsabilità di apparati dei servizi segreti o di altri agenti dello Stato.

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