La libertà di stampa vince sulla privacy

Gli Stati non possono prevedere misure detentive per i giornalisti che esercitano il diritto alla libertà di stampa. Solo nei casi di incitamento all’odio le autorità nazionali possono stabilire sanzioni di carattere penale e far scattare le manette. E non c’è privacy che tenga non solo per i politici, ma anche per pubblici ufficiali e per lo staff che partecipa a una campagna per l’elezione presidenziale. E’ la conclusione raggiunta dalla Corte europea dei diriti dell’uomo che, nella sentenza di condanna alla Finlandia per violazione dell’articolo 10 della Convenzione dei diritti dell’uomo che tutela la libertà di espressione, depositata il 12 ottobre 2010 (Saaristo e altri contro Finlandia, ricorso n. 184/06 http://cmiskp.echr.coe.int/tkp197/view.asp?item=26&portal=hbkm&action=html&highlight=&sessionid=60573080&skin=hudoc-en), non solo ha allargato il perimetro d’azione dei giornalisti, ma ha anche limitato la tutela della privacy a danno di categorie prima non individuate dalla Corte tra quelle nei cui confronti la privacy può essere attenuata (come i politici).

A Strasburgo si era rivolto l’editore di un giornale perché un suo reporter era stato condannato a pagare una sanzione pecuniaria per aver scritto un articolo nel quale rivelava alcuni particolari sulla vita privata del responsabile per le comunicazioni di un candidato alla presidenza. Una condanna non condivisa da Strasburgo che ha dato ragione su tutta la linea ai giornalisti. Non solo perché i cronisti hanno diritto di utilizzare un certo grado di provocazione e di esagerazione quando pubblicano articoli, ma anche perché le critiche permesse sono più ampie se rivolte a soggetti che  hanno un ruolo pubblico. E’ vero che il responsabile della campagna presidenziale non era un uomo politico o pubblico in senso stretto, ma certo – osserva Strasburgo – non può essere equiparato a un normale individuo la cui tutela della privacy è più ampia. Tanto più che l’articolo incriminato riguardava in ogni caso notizie di interesse pubblico, fornendo retroscena della campagna elettorale.

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