Lacune e carenze nella protezione dei minori migranti. Sarà pure vero che i sistemi nazionali sono sotto pressione per gli arrivi massicci di minori non accompagnati che, nel 2016, sono stati il 30% del totale dei richiedenti asilo, ma certo le autorità nazionali sono tenute a proteggere i minori e ad assicurare una rapida identificazione. La Commissione europea prova a fornire nuovi strumenti partendo dall’individuazione di azioni prioritarie e lo fa con l’adozione di una comunicazione (COM(2017)211) diffusa il 12 aprile (412). In primo luogo, Bruxelles chiede un rafforzamento della presenza di personale qualificato per assistere i minori anche prima della determinazione del loro status, migliorando l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria.
Nella comunicazione sono stati individuati alcuni settori prioritari: rapida identificazione e protezione sin dall’arrivo; individuazione negli hotspot di persone incaricate della protezione dei minori; messa a disposizione di condizioni di accoglienza adeguate; accesso all’assistenza legale, a quella sanitaria, al sostegno psicosociale e all’istruzione, prescindendo dallo status. Senza dimenticare l’affidamento o l’assistenza su base familiare e alternative al trattenimento amministrativo. Va poi potenziato il ruolo dei tutori per i minori non accompagnati e vanno diffuse misure di integrazione precoce. Gli Stati membri, inoltre, sono tenuti ad accelerare le procedure di reinsediamento e potenziare i sistemi nazionali per arginare il dramma della tratta di minori. Avendo sempre chiaro l’obiettivo ossia assicurare la piena realizzazione dell’interesse superiore dei minori.
Qui il documento di lavoro della Commissione (SWD)
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