Presentata la relazione annuale sull’attività della Corte europea dei diritti dell’uomo

Un appello ai giudici nazionali per assicurare l’applicazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo perché questo porta a una minore necessità di rivolgersi a Strasburgo con la possibilità, per la Corte, di decidere in tempi rapidi e concentrarsi sulle cause più complesse sotto il profilo della violazione dei diritti dell’uomo. Dalla relazione annuale sull’attività della Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2023 presentata il 25 gennaio (rapporto CEDU) risulta chiaro che, però, sono ancora troppe le lacune nel sistema di attuazione della Convenzione.

Passando ai dati (statistiche 2023), nel 2023 il numero di ricorsi è rimasto alto arrivando, nel complesso, a quota 68.450 anche se c’è stata una diminuzione rispetto al 2022, che contava 74.650 ricorsi. Con riferimento ai dati del solo 2023, i ricorsi attribuiti a una formazione giudiziaria sono stati 34.650, con una diminuzione rispetto ai 45.500 del 2022.

Le sentenze sono state 1.014 (diminuzione del 13% rispetto al 2022), con 892 condanne: 48 pronunce di condanna sono arrivate all’Italia. Ha fatto peggio la Russia (216), l’Ucraina (123), la Turchia (72) e la Romania (58). Stesso quintetto anche per i ricorsi pendenti, con l’Italia destinataria di 2.750 ricorsi e una diminuzione di 1.000 ricorsi alla Corte dovuti, in realtà, non a una possibile diminuzione delle violazioni quanto a un più frequente uso del regolamento amichevole e delle dichiarazioni unilaterali. In particolare, queste ultime sono state 247 a fronte delle 179 del 2022 e i regolamenti amichevoli 164 a fronte di 85 nel 2022.

 Per quanto riguarda il contenuto delle sentenze, preoccupa la circostanza che l’Italia ha ricevuto ben 10 sentenze di condanna per violazione dell’articolo 3 della Convenzione che vieta la tortura e i trattamenti inumani e degradanti e 14 per violazione dell’articolo 5 che assicura il diritto alla libertà personale e alla sicurezza. Tra le altre condanne, 16 hanno riguardato il diritto di proprietà e 10 il diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Tra le modifiche procedurali che hanno caratterizzato il 2023, le nuove disposizioni sull’intervento di terzi, sulla ricusazione dei giudici e sul trattamento dei documenti altamente sensibili.

1 Risposta
  • sergio mantani
    gennaio 26, 2024

    Ho fatto 4 ricorsi oltre 10 anni addietro e non ho saputo più nulla; conservo gli avvisi di ricevimento delle raccomandate.

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