Non solo un boom di produttività della Corte di giustizia dell’Unione europea, ma anche un’attività di Lussemburgo che vede sempre più al centro i diritti fondamentali. E’ quanto risulta dal rapporto annuale sull’attività della Corte Ue relativa al 2016 (ra_jur_2016_en_web).
Nel complesso, nel 2016, sono state definite ben 1.628 cause: 704 quelle di competenza della Corte di giustizia con un +14% rispetto al 2015 (erano 692 quelle chiuse nell’anno precedente) e 974 (+17%) le cause definite dinanzi al Tribunale (statistiche giudiziarie, si veda, per dettagli, il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/statistiche-giudiziarie-della-corte-ue-record-di-rinvii-pregiudiziali-e-stretta-sui-tempi.html).
Per quanto riguarda gli aspetti contenutistici, di particolare rilievo la sentenza del 6 ottobre 2016 con la quale la Corte ha chiarito che il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è applicabile anche se l’ingresso illegale riguarda cittadini extra Ue all’epoca dei fatti e che, successivamente, hanno acquisito la cittadinanza europea per l’ingresso del proprio Stato nell’Unione (C-218/15), stabilendo, inoltre, che ciò non costituisce una violazione del principio di retroattività della legge penale più favorevole agli imputati assicurato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri. La relazione annuale raccoglie le sentenze più significative in tutti i settori, dai diritti dei cittadini alla libera circolazione, passando per la cooperazione giudiziaria civile e penale. La parte finale del documento è dedicata all’attività del Tribunale.
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