Sanzioni pecuniarie “pesanti” a danno dei giornalisti bocciate a Strasburgo

La Corte europea dei diritti dell’uomo è intervenuta nuovamente per porre un freno all’applicazione di sanzioni pecuniarie ingenti nei confronti dei giornalisti, chiarendo che esse comportano una violazione dell’articolo 10 della Convenzione europea che assicura il diritto alla libertà di espressione. La vicenda, che ha portato al nuovo giudizio della Corte di Strasburgo, depositato il 4 marzo (AFFAIRE DILIPAK ET KARAKAYA c. TURQUIE), parte dalla Turchia. Due giornalisti erano stati condannati per diffamazione a causa di alcuni articoli pubblicati nel giorno del funerale di un ammiraglio, critici nei suoi confronti anche per il ruolo dell’alto militare nel Consiglio nazionale di sicurezza. Gli eredi del militare, dopo l’azione di responsabilità in sede civile e la condanna dei giornalisti, avevano chiesto e ottenuto l’esecuzione forzata di alcuni beni dei cronisti. Un’evidente violazione della Convenzione per la Corte europea. I giornalisti, infatti, poiché avevano trattato un tema di interesse generale e non di questioni personali e prive di interesse pubblico, avevano diritto a un alto livello di protezione. Senza dimenticare che, pur non essendo un politico, il militare era un personaggio pubblico e non aveva così diritto allo stesso margine di protezione attribuito alle persone private. Strasburgo lascia inoltre piena libertà ai giornalisti nell’individuazione del momento in cui pubblicare un articolo anche se, certo, la divulgazione di critiche nel giorno del funerale può causare una maggiore sofferenza ai familiari. Ma l’aspetto che più di tutti porta la Corte a concludere per la violazione della Convenzione è la sanzione comminata che ha condotto all’esecuzione forzata nell’abitazione dei giornalisti. Una misura – osserva Strasburgo – con un evidente effetto deterrente non solo sui singoli giornalisti coinvolti nella vicenda, ma nei confronti della stampa nel suo insieme. Di qui la violazione della Convenzione. La Corte si è riservata di decidere sull’indennizzo da concedere ai giornalisti.

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