Strasburgo blocca le deportazioni dei migranti decise da Londra

Londra persiste nelle violazioni del diritto internazionale, con l’esternalizzazione delle procedure di asilo e la Corte europea dei diritti dell’uomo interviene a bloccare il trasferimento degli immigrati dal Regno Unito al Ruanda, impedendo il primo volo in attuazione del piano voluto dal Primo Ministro Boris Johnson e dal suo Governo. A seguito del ricorso K.N. contro Regno Unito, infatti, con provvedimento del 14 giugno, la Corte europea ha deciso di adottare una misura provvisoria in base all’articolo 39 del regolamento della Corte indicando al Governo britannico di non procedere al trasferimento di migranti irregolari (alcuni dei quali hanno presentato la richiesta di asilo) in Ruanda (Interim measure). Per la Corte, infatti, il trasferimento provocherebbe danni irreversibili per almeno un migrante, fuggito dall’Iraq, che era tra coloro che avrebbero dovuto essere consegnati al Ruanda. Di qui il blocco generale per tutti i ricorrenti. Per il momento, quindi, la Corte congela l’attuazione del piano del Governo Johnson concluso con un’intesa con il Ruanda (che ha molte analogie con l’accordo tra Unione Europea e Turchia), chiedendo al Governo di non trasferire i migranti in Ruanda almeno fino alle tre settimane successive alla sentenza dei giudici interni chiamati dai migranti a pronunciarsi sulla misura di trasferimento. In base all’accordo tra i due Paesi (Memorandum of Understanding), il Regno Unito potrebbe procedere alla consegna di migranti entrati sul territorio britannico in cambio di un pagamento miliardario versato da Londra a Kigali. Con buona pace dei diritti umani e del rispetto del diritto internazionale, pur invocato da Johnson con riguardo ad altri Paesi. Sul piano interno, i giudici, almeno sino ad oggi, non hanno accolto i ricorsi presentati da molti migranti ma per luglio è attesa la sentenza dell’Alta Corte di giustizia di Londra. Intanto, ci pensa la Corte europea a bloccare l’attuazione di un piano in aperto contrasto con il diritto internazionale, come sottolineato, a più riprese, anche dall’ONU (refugees).

La Corte di Strasburgo ha comunicato che altri cinque migranti hanno presentato ricorso chiedendo l’adozione di misure provvisorie per impedire la deportazione. In due casi, la Corte ha bloccato il piano inglese fino al 20 giugno, riservandosi di analizzare più in dettaglio la situazione; con riguardo ad altri due ricorsi ha respinto la richiesta perché i ricorrenti non avevano preventivamente domandato la sospensione del provvedimento ai giudici nazionali; in un ultimo caso il ricorso è stato ritirato a seguito della decisione del Ministero dell’interno di sospendere la misura (15-6).

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