Sui rapporti tra diritto interno e CEDU nuovo rinvio alla Consulta

Sull’utilizzo del rito camerale nei procedimenti di riparazione per ingiusta detenzione e la compatibilità con l’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che garantisce pubbliche udienze, la Corte di cassazione, sezioni unite penali, con ordinanza n. 41694 del 25 ottobre 2012, ha deciso di rimettere alla Corte costituzionale la questione di legittimità dell’articolo 315, comma 3 c.p.p. in relazione all’articolo 117 della Costituzione  (41694_10_12). Una spinta decisiva è arrivata dalla pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo che, nella sentenza Lorenzetti contro Italia del 10 aprile 2012 ha affermato che, per essere conforme alla Convenzione europea, il procedimento di riparazione per ingiusta detenzione deve svolgersi pubblicamente. Tale pronuncia è sopravvenuta rispetto alla vicenda già decisa con rito camerale dalla Corte di appello nel caso di specie. Tuttavia, per la Cassazione è indispensabile, per rispettare la Convenzione, cancellare ogni conseguenza derivante da una pronuncia interna che risulti in contrasto con una sentenza anche sopravvenuta della Corte europea che hanno – precisa la Cassazione – efficacia erga omnes. Di qui la decisione di rivolgersi alla Consulta.

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