Tortura: pubblicato il rapporto sulla visita del Comitato europeo in Italia

L’Italia non riesce a risolvere il dramma del sovraffollamento carcerario. Lo ha scritto il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti che, il 24 marzo ha pubblicato il rapporto relativo alla visita periodica in Italia che è stata condotta a marzo e aprile 2022 con particolare riguardo a quattro istituti penitenziari, ai reparti psichiatrici di quattro ospedali civili e, per la prima volta, a due case di assistenza di persone anziane non autonome (CPT/inf(2023) 05, rapporto tortura). Il Comitato, inoltre, ha analizzato la situazione delle donne detenute e il trattamento delle persone private della libertà dalle forze dell’ordine. All’epoca della visita, le carceri supervisionate operavano al 114% della capacità ufficiale ed è apparsa chiara la necessità di migliorare le condizioni materiali nelle strutture visitate, anche in ragione delle numerose segnalazioni di violenza e intimidazioni tra i detenuti nelle carceri. Pertanto, a seguito delle visite, il Comitato per la prevenzione della tortura ha chiesto alle autorità italiane e soprattutto al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP) di attivare una “strategia onnicomprensiva per prevenire forme di violenza e di intimidazione attraverso, inter alia, la promozione di un vero sistema di sicurezza dinamica (sorveglianza dinamica) da parte del personale penitenziario che migliorerebbe il controllo e la sicurezza”, agevolando anche il lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria. Preoccupazione, inoltre, per l’uso di metodi di controllo e di contenzione, soprattutto con riguardo ai detenuti con rischio di atti di autolesionismo e disturbi mentali. Durante le visite, infatti, il Comitato ha ricevuto diverse denunce di maltrattamenti fisici, con uso eccessivo della forza da parte di agenti e ha proposto di introdurre l’utilizzo di videocamere indossate dagli agenti delle forze dell’ordine. Tra le azioni richieste all’Italia l’abolizione della misura di confinamento imposto dal tribunale in base all’articolo 72 del codice penale (isolamento diurno), nonché il riesame della gestione dei detenuti sottoposti al regime del 41bis. Positiva l’erogazione dei servizi sanitari in carcere, giudicata dal Comitato molto buona, anche se è stata richiesta una modifica della registrazione delle lesioni corporali.

Qui le osservazioni del Governo italiano (CPT/Inf(2023) 6, risposte).

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