Vittime di reato: la Commissione presenta la nuova proposta di direttiva

La Commissione europea punta al rafforzamento della tutela delle vittime di reato. E lo fa con la proposta di direttiva presentata il 12 luglio (COM(2023)424, proposta vittime), che andrà a modificare la 2012/29 che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato (recepita in Italia con il Decreto legislativo 15 dicembre 2015 n. 212). La proposta (qui il documento di lavoro SWD(2023)246) interviene sul precedente quadro normativo puntando a una tutela migliore delle vittime anche al fine di evitare la vittimizzazione secondaria e favorire il diritto al risarcimento, che non deve essere oggetto di un procedimento separato proprio per garantire che le vittime ottengano il pagamento subito dopo la sentenza. In questa direzione, nella proposta si prevede che lo Stato fornisca il risarcimento immediato alla vittima, con successiva azione di rivalsa sull’autore del reato. Attivata anche una linea verde universale, con un numero valido in tutta Europa, per supportare le vittime.

La proposta, inoltre, include una norma ad hoc rivolta alle vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica che si applicherà in aggiunta alla futura proposta di direttiva sulla violenza contro le donne (violenza contro le donne). Resta ferma la possibilità per le vittime di reati in altri Stati membri dell’Ue di sporgere denuncia nel proprio Paese di residenza. Saranno poi le autorità di questo Stato a trasmetterle al Paese Ue in cui il reato è stato commesso. Spazio sempre più ampio alla possibilità per le vittime di partecipare ai procedimenti penali in teleconferenza. Nella proposta, infatti, è chiarito che questa possibilità non sarà più limitata, come nella direttiva 2012/29, alla sola raccolta di prove da parte delle vittime nei casi transfrontalieri, ma si allargherà alla partecipazione nel procedimento penale.

Gli Stati membri dovranno garantire misure di sicurezza parametrate alle vittime particolarmente vulnerabili come minori, anziani, persone con disabilità e vittime di reati d’odio. Nel segno della tutela delle vittime particolarmente vulnerabili è stata introdotta una norma che impone agli Stati membri di consentire alle vittime di denunciare i reati attraverso le nuove tecnologie dell’informazione.

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