Espulsione: pericolosità sociale da accertare. No a forme di automatismo basate sulla condanna

Per la regolare adozione di un provvedimento di espulsione è necessario accertare i presupposti di effettiva pericolosità sociale dello straniero. E’ il principio stabilito dalla Corte di cassazione, sesta sezione civile, n. 14503/14 del 26 giugno 2014 (espulsione) che ha accolto il ricorso di un cittadino marocchino. Quest’ultimo aveva impugnato il provvedimento di espulsione ma il giudice di Fermo aveva ritenuto fondato il decreto perché il ricorrente era stato condannato a 4 anni di carcere. Tuttavia, ad avviso della Cassazione, non è sufficiente limitarsi a prendere atto della condanna penale e basarsi su un’analisi meramente soggettiva, ma è indispensabile verificare l’effettiva e oggettiva pericolosità del destinatario del decreto di espulsione. Un simile accertamento – osserva la Cassazione – deve essere condotto tenendo conto dell’attualità della pericolosità, con una valutazione globale dell’intera personalità del soggetto. Va respinto, quindi, il collegamento automatico tra condanna penale e pericolosità e, di conseguenza, l’espulsione proprio perché il controllo giurisdizionale richiede un “riscontro dell’esistenza dei presupposti di appartenenza dello straniero ad una delle categorie di persone pericolose”.

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