Misure provvisorie decise dalla CEDU: l’Italia arranca

Troppi i casi di mancato adempimento di misure provvisorie richieste dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sulla base dell’articolo 39 del Regolamento della Corte. Come risulta dal rapporto presentato dal Comitato sugli affari giuridici e i diritti umani del Consiglio d’Europea e, in particolare, dallo studio del relatore speciale Kimmo Sasi (X2H-Xref-ViewPDF), alcuni Stati, tra i quali l’Italia, hanno omesso di applicare le misure richieste dalla Corte che si è trovata di fronte al fatto compiuto della violazione. Tra il 2009 e il 2012, in ben 4 casi, l’Italia non ha dato esecuzione alle misure provvisorie adducendo ragioni di sicurezza nazionale. Anche l’Assemblea parlamentare ha adottato una raccomandazione, il 10 aprile, per chiedere agli Stati il pieno rispetto della misure richieste dalla Corte (raccomandazione). Nel rapporto, che è di particolare utilità per l’analisi della giurisprudenza più recente e per seguire il nuovo approccio tracciato dalla Corte che ha imposto sugli Stati l’onere probatorio in caso di applicazione di misure provvisorie, con la conseguenza che spetta agli Stati convenuti dimostrare che una misura non è necessaria, si passa in rassegna la giurisprudenza della Corte e si sottolinea l’allarme per i casi di extraordinary rendintions.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/istruzioni-alle-parti-per-le-richieste-di-misure-provvisorie-alla-corte-europea.html

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